è stato il sogno di tanti, quello di avere un "sistema" semnatico-logico-matematico sicuro, coerente, a prova di tutto.
Ci si sono applicati per qualche secolo, persone con cervelli (menti?) di non poco peso.
Ma non se ne esce.
Quello che Godel ha dimostrato per la matematica, vale per tutti gli ambiti del sapere-credere umano.
Anche accettando l'ipotesi che la "mente" sia solo e totalmente un "affare" fisico, esistono limiti intrinseci a un certo genere di problemi.
Penrose ha scritto cose molto interessanti al riguardo ("la mente nuova dell'imperatore", ad esempio).
Che ci siano limiti-paradossi non è nè un bene nè un male. Forse è giusto (che significa "giusto"?) sia così.
Cambiando un poco argomento, dobbiamo constatare il fatto che è estremamente difficile (impossibile?) costruire qualcosa di semplice, come un "dado perfetto".
Non solo l'oggetto fisico, ma anche un ipotetico generatore di numeri da 1 a 6 casuale.
Forse applicandosi alla fisica quantistica, al livello di elettroni, è possibile qualcosa di "sicuro".
Tornando a chi ha cercato di assiomatizzare la matematica, e addirittura il ragionamento umano nel suo complesso, da qualche parte ho letto il resoconto scritto da Bertrand Russell, che stava per dare alle stampe la sua opera monumentale, proprio quando Godel pubblicò il suo articoletto che....gli mandava a monte decenni di lavoro.
R: paradossi
Moderatori: Gianfranco, Bruno
Questo forum è una sezione del PORTALE DI BASE CINQUE
Re: R: paradossi
Enrico
Re: R: paradossi
Non sono daccordo.
Mente è un vocabolo e significa un gruppo di cose.
Un cervello è un'altro gruppo.
la coscienza un altro ancora.
Quando parliamo di mente dobbiamo specificare di quale gruppo si parla.
Anche se "mente" è gia stato specificato. La mente immaginaria è la coscienza.
Il cervello è il sistema nel tempo reale. Quindi il tempo appare all'osservatore.
Cioè il tempo è la coscienza reale.
Un essere eterno non è cosciente. Non ha un cervello nè una mente.
Dopo, essere o no daccordo riflette la precisione con la quale si riesce a elencare gli elementi-operazione di ogni parola.
La conclusione affrettata "un essere eterno è sicuramente cosciente" è sbagliata.
La logica impone che un essere eterno non abbia i nostri limiti, quindi a lui la coscienza non gli serve. E' piu... qualcosa. Cosa ci sarebbe al gradino sopra la coscienza?
Qualunque cosa sia, ha quella.
La nostra logica è salva a patto di essere un po' umili da riconoscerlo.
Ho letto il libro di Penrose, bello! Non sono daccordo con lui su un sacco di presupposti.
Ma i paradossi sussistono persino nel suo libro quando dice che non è ne un bene ne un male che esistano. Questo mi sembra un suo personale modo contradditorio di pensare.
Continuo a pensare che i paradossi siano mescolanze presentate come insiemi plausibili.
Mente è un vocabolo e significa un gruppo di cose.
Un cervello è un'altro gruppo.
la coscienza un altro ancora.
Quando parliamo di mente dobbiamo specificare di quale gruppo si parla.
Anche se "mente" è gia stato specificato. La mente immaginaria è la coscienza.
Il cervello è il sistema nel tempo reale. Quindi il tempo appare all'osservatore.
Cioè il tempo è la coscienza reale.
Un essere eterno non è cosciente. Non ha un cervello nè una mente.
Dopo, essere o no daccordo riflette la precisione con la quale si riesce a elencare gli elementi-operazione di ogni parola.
La conclusione affrettata "un essere eterno è sicuramente cosciente" è sbagliata.
La logica impone che un essere eterno non abbia i nostri limiti, quindi a lui la coscienza non gli serve. E' piu... qualcosa. Cosa ci sarebbe al gradino sopra la coscienza?
Qualunque cosa sia, ha quella.
La nostra logica è salva a patto di essere un po' umili da riconoscerlo.
Ho letto il libro di Penrose, bello! Non sono daccordo con lui su un sacco di presupposti.
Ma i paradossi sussistono persino nel suo libro quando dice che non è ne un bene ne un male che esistano. Questo mi sembra un suo personale modo contradditorio di pensare.
Continuo a pensare che i paradossi siano mescolanze presentate come insiemi plausibili.
Re: R: paradossi
Paradosso del non essere: premessa: una cosa e' definibile se e solo se esiste. L'affermazione:"il non essere 'e' definibile" quindi e' auto-contradditoria. E'il solito paradosso risorvibile dando valore di verita' 0,5
Re: R: paradossi
A me pare che sia la premessa ad essere falsa...
il panurgo
Principio di Relatività: $\mathbb{m} \not \to \mathbb{M} \, \Longleftrightarrow \, \mathbb{M} \not \to \mathbb{m}$
"Se la montagna non va a Maometto, Maometto NON va alla montagna"
Principio di Relatività: $\mathbb{m} \not \to \mathbb{M} \, \Longleftrightarrow \, \mathbb{M} \not \to \mathbb{m}$
"Se la montagna non va a Maometto, Maometto NON va alla montagna"
Re: R: paradossi
Paradosso del mentitore.Epimenide non mente poichè è cretese anche lui. L"a sua affermazione è equivalente a:" Io sto Mentendo". Se il cretese dicesse la verità allora starebbe mentendo, se stesse mentendo direbbe la verità perchè tutti i cretesi mentono. E' un 'affermazione indecidibile, cioè non si può dire in alcun modo se sia vera o falsa. Nella logica sfumata avrebbe valore di verità o,5 Epimenine non sta nè mentendo nè dicendo la verità.
Re: R: paradossi
Nella logica sfumata tutti i paradossi che vengono proposti hanno quoziente di verità 0,5 ma sono possibili altri valori?