Il test marziano

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Quelo
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Re: Il test marziano

Messaggio da Quelo »

I problemi di logica epistemica che Gianfranco ha pubblicato in home page mi hanno riportato alla mente questo quesito che giace irrisolto da oltre 16 anni.
Poiché non riuscivo a venirne a capo (in questi giorni intendo, non ci ho lavorato per 16 anni :D :D :D ) mi sono procurato il testo originale e c'è una differenza sostanziale: i due candidati sapevano chi aveva ricevuto il numero B e chi la somma.
In queste condizioni la soluzione è abbastanza semplice.

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MANOSCRITTO RITROVATO A STONEHENGE
« Io, Maxwall Odergan III, trascrivo qui i fatti che 
portarono cento dei nostri da Imrez — se così può 
trascriversi, in questa lingua impronunciabile, il 
nome del nostro pianeta, il quarto dal sole — in 
questa regione così ricca di acque: su questo pia­
neta caldo e luminoso dove speravamo che tutti i 
superstiti del nostro popolo potessero emigrare e 
in cui invece sopravviviamo solo in quattro, senza 
speranza e prossimi alla morte. Quando riuscimmo 
a costruire la prima grande astronave che poteva 
condurci quassù, la scelta dell’equipaggio pose ai 
maestri del Consiglio Grande e Generale spinosi 
problemi di selezione. Nessuna assistenza poteva 
essere fornita via radio agli esploratori e pertanto 
occorreva che fossero degli eccellenti matematici e 
che fossero guidati dal migliore fra loro. Io scrivo 
in questa lingua rozza che ho imparato qui dagli 
indigeni sperando che i loro posteri possano gio­
varsi del mio racconto. Ma si riuscirà mai, in 
questo pianeta selvaggio, a scoprire il semplice 
concetto di calcolo matematico? Le pietre che ab­
biamo eretto in circolo, spronando con la frusta 
questi bestioni che ogni momento si inginocchiava­
no ad adorarci, dovrebbero servire di indicazione 
ai nostri compagni della seconda spedizione che 
peraltro quasi certamente non avverrà mai. Ma 
torniamo alla nostra vicenda. Fra tutti i candidati 
ne furono scelti alla fine due, in lizza per il grado 
di Padre Conservatore, che è quello che i selvaggi 
di qui chiamerebbero capo. Nella cupola del con­
siglio, davanti a un gruppo di osservatori attenti, 
ai due fu posto il quesito: “Esistono tre numeri 
interi diversi fra loro il cui prodotto è uguale a 
900: chiamiamo A il numero più grande, C il 
numero più piccolo, B il numero intermedio. A 
uno dei due concorrenti viene dato un numero che 
è la somma del primo con uno degli altri due, 
cioè A + B o A + C, senza specificare quale delle 
due somme rappresenti. All’altro candidato viene 
dato il numero B. Si richiede quali sono i tre nume­
r i ”. I presenti raccontarono che il candidato desi­
gnato dalla sorte a rispondere per primo (si trat­
tava di Wadzru, un giovanotto molto promettente) 
rispose “non s o ”; poi il turno toccò a Zaxre (una 
femmina stupenda) che rispose anch’essa “non s o ”;
toccò nuovamente a Wadzru che rispose “non s o ”; 
poi alla ragazza che replicò “non s o ” e così via 
per un certo numero di volte, finché improvvisa­
mente Wadzru afferrò la penna e cominciò a trac­
ciare la risposta. Dall’altra parte del tavolo Zaxre, 
vedendolo scrivere, diede in un’esclamazione di 
giubilo e prontamente impugnò la penna scrivendo 
i tre numeri. La giuria a questo punto era in 
grave imbarazzo: Wadzru aveva, è vero, risposto 
per primo, ma solo perché il turno toccava a lui; 
Zaxre aveva anch’essa risposto quando le toccava 
rispondere, senza perdere il turno. In quel mo­
mento entrò nell’aula un giovane matematico che 
il presidente del Consiglio Grande e Generale ono­
rava della sua stima. Vistolo comparire, il presiden­
te lo chiamò a sé con un cenno e gli espose il proble­
ma, esattamente come io l’ho trascritto. Il giovane 
si raccolse in meditazione per pochi grosz e poi 
disse: “Se il problema, o Maestro, mi è stato enun­
ciato correttamente, i due candidati hanno dato la 
risposta esatta al quarto passaggio, cioè quando a 
ciascuno di loro toccava il quarto turno di risposta.
10 sono in grado a questo punto di dirti i tre nu­
meri richiesti dal problema. Esistono tuttavia due 
diverse eventualità: se il primo a rispondere è 
stato il candidato a cui è stato fornito il numero 
che rappresenta la somma di A + B o A-f-C oppu­
re se il primo a rispondere è stato quello che co­
nosceva soltanto il numero B. A ognuna di queste 
due eventualità corrisponde una diversa soluzione”.
11 presidente del Consiglio Grande e Generale co­
municò la risposta ai suoi colleghi e il giovane 
matematico, che era entrato per puro caso nell’au­
la, ebbe il comando della spedizione. Quell’uomo so­
no io, Maxwall Odergan III, e i numeri sono... »
Qui c’è una grossa lacuna nel manoscrito di Sto-
nehenge, che poi continua con la prolissa e fa sti­
diosa narrazione della spedizione interplanetaria 
Marte-Terra e con una pignolesca descrizione del­
l’Europa all’epoca dello sbarco marziano, che omet­
tiamo per non annoiare i nostri lettori.
Quello che veramente c’interessa conoscere è il noc­
ciolo del quesito: quali erano i tre numeri nelle due 
diverse eventualità?
[Sergio] / $17$

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