Heptathlon

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Moderatori: Gianfranco, Bruno

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Quelo
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Heptathlon

Messaggio da Quelo »

Qualche giorno fa, ai mondiali di atletica che si stanno svolgendo in Giappone, la svedese Carolina Klüft ha vinto l’oro nell’heptathlon con 7032 punti stabilendo il nuovo primato europeo. Terza donna di sempre a superare la barriera dei 7000 punti e seconda al mondo rimane però ben lontana dal primato mondiale di 7291 stabilito nel 1988 dalla statunitense Jackie Joyner-Kersee.

Sapendo che gli attuali primati mondiali delle 7 discipline sono i seguenti:
100 metri ostacoli: 12,21 sec
Salto in alto: 209 cm
Getto del peso: 22,63 m
200 metri: 21,34 m
Salto in lungo: 752 cm
Lancio del giavellotto: 71,7 m
800 metri: 113,28 sec

e che i punteggi nell’heptathlon si calcolano come descritto qui

sapreste indicare che livello di prestazioni dovrebbe raggiungere un’atleta (in percentuale rispetto al primato mondiale di ogni disciplina) per superare l’attuale primato di 7291 punti.

Considerate quanto segue:
1) la percentuale deve essere unica (per tutte e sette le discipline)
2) la percentuale per le distanze è intesa come rapporto tra la distanza incognita e il primato, mentre per i tempi è da intendersi come inverso del rapporto tra il tempo incognito e il primato (es. il 70% di 209 cm è 146 cm mentre il 70% di 12,21 sec è 17,44 sec)
3) i tempi devono essere considerati con precisione di 1 centesimo di secondo mentre le distanze con precisione di 1 cm (es. il 10% di 209 cm è 21 cm)
4) i punteggi ricavati dalle formule devono essere arrotondati per difetto all’unità

[Quelo]
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franco
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Messaggio da franco »

Non è mica tanto semplice da risolvere analiticamente!

Andando per approssimazioni successice con un foglio excel si arriva rapidamente alla soluzione (87,8%) ma l'equazione con esponenti non interi è un osso un po' troppo duro per i miei denti.

Al di la di questo, credo che Carolina meriti, oltre alla citazione strameritata per le eccezionali qualità atletiche, anche un'immagine per le non minori qualità "estetiche".
Immagine


ciao
Franco

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delfo52
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Messaggio da delfo52 »

I grandi campioni dell'atletica, quando non sono dopati, sono persone davvero speciali.
L'uso e l'abuso di sostanze illecite è stato nel passato devastante, e se ne pagano ancora le conseguenze; ma adesso sono per fortuna sempre di più i casi di "campioni" scoperti dalle analisi.
Come si vede, specie in campo femminile, molti record mondiali fatti dieci o quindici anni fa, non vengono nemmeno avvicinati dalle atlete di adesso (evidentemente più pulite...): nel getto del peso, ai recenti mondiali si è vinto con un lancio appena oltre i 20 metri, ad oltre due metri dal primato !
La piaga del doping è molto più presente nelle specialità semplici, dove poter aumentare una capacità specifica 8anche in modo illecito) comporta un grosso vantaggio. Ad esempio la forza esplosiva del braccio per il lancio del peso.
Molto meno utile risulta barare negli sport e nelle specialità complesse, miste o di durata non preventivabile. Pensate ad un maratoneta: sa in partenza quale tipo di sforzo deve affrontare e quanto durerà la competizione; contro-esempio è quello del tennista, il cui sforzo atletico e tecnico è decisamente più imprevedibile.
Tornando ai decatleti ( e alle eptatlete) il loro eclettismo è quasi una garanzia di assenza di doping (o almeno di un uso sobrio di sostanze): quello che sarebbe utile nel lancio del peso sarebbe controproducente al momento del salto in alto; ciò che è utile negli 800 metri è di impaccio nei 100ostacoli....
La notizia simpatica è che la grande Karolina, dopo essersi dimostrata l'atleta più eclettica e "ad ampio spettro", dopo aver ottenuto nel salto in lungo misure quasi da medaglia nella gara singola, ha deciso di smetterla con le gare multiple per dedicarsi solo.... ai 400 ostacoli ! l'unica gara, in pratica, del tutto differente dalle sette in cui è campionessa.
Complimenti !
Enrico

franco
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Messaggio da franco »

delfo52 ha scritto:... dopo aver ottenuto nel salto in lungo misure quasi da medaglia nella gara singola ...
Nel salto in lungo ha una medaglia di bronzo ai mondiali indoor di Budapest 2004 e svariati titoli nazionali!

Per quanto riguarda la garanzia che le prove multiple siano senza doping il tuo ragionamento mi sembra accettabile anche se mi pare di ricordare che l'attuale detentrice del record (Jackie Jojner-Kersee) sia stata più volte accusata di uso di sostanze illecite. Per la cognata (Florence Griffith-Joyner), che tuttora detiene i record fantascientifici dei 100 e 200m, il fatto, sia pure mai dimostrato, è dato per scontato in tutto il mondo sportivo.
Franco

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delfo52
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Messaggio da delfo52 »

il problema doping è davvero grave, ma anche difficile da valutare.
l'assistenza medica a chi si sottopone a sforzi enormi è doverosa, e non sempre il confine tra lecito e illecito è di facile identificazione. Prendiamo l'autoemotrasfusione, cioè il prelievo del proprio sangue, da ri-immettere nell'organismo al momento opportuno. Quando lo "inventò" Francesco Moser era una novità, e pertanto non era proibita. La proibizione venne successivamente, per motivi a cavallo tra la scorrettezza "morale" e la pericolosità clinica: cose un po' diverse dal semplice aiuto con sostanze estranee (il proprio sangue non può essere considerato tale!).
A proposito dell'aspetto "morale" e di "correttezza" , sarebbe necessario fare una distinzione tra professionisti e dilettanti; ma non lo si può, nè vuole, fare perchè si teme, con ragione, l'effetto trainante dell'esempio dei campioni. Negli USA, dove , almeno nel baseball, era consentito l'uso degli steroidi a livello pro, si è fatta marcia-indietro proprio per questo motivo.
Nell storia dello sport moderno (quello nato un paio di secoli fa nei college inglesi), le fide tra i rtampolli delle famiglie nobili e borghesi erano considerate "fair" (= corretto ) proprio perchè si trattava di persone non abituate allo sforzo fisico. I veri dilettanti erano solo loro, e veniva considerato professionista non solo chi avesse quadagnato qualcosa esibendosi in corse, csalti o lanci, ma anche chi, nella vita normale, era retribuito per prestazioni che avevano a che fare con la prestanza fisica, come ad esempio un fabbro ferraio o uno scaricatore di porto.
Addirittura c'erano i puristi che consideravano "unfair" e poco elegante da parte di uno studente, allenarsi e provare anticipatamente il percorso , ad esempio, di una corsa campestre. Anche l'allenamento era visto come una sorta di doping, andando ad alterare lo stato "naturale".
Tornando alla attualità, bisogna riconoscere che ultimamente le cose stanno migliorando: lo dimostra indirettamente l'allargamento del numero delle nazioni presenti ad alto livello. Quest'anno se ricordo bene alla finale dei 100 o dei 200 metri erano presenti 8 atleti di 8 stati diversi. O crediamo che le tecniche di doping siano diffuse ancor più di prima, o dobbiamo credere che la repressione funziona.
Ricrdate certi exploit improvvisi, ad esempio della scuola cinese di mezzofondo, con record da parte di giovani poi scomparse ?
Oggi una situazione di predominio di quel tipo c'è solo per keniani ed etiopi nelle corse dai 1500 ai 10000 e per gli atleti di origine caraibica nei 100-200 (peraltro corrono per una dozzina di stati diversi). Si tratta però di evidenti predisposizioni fisiologiche innate.
Enrico

vulneraria
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Messaggio da vulneraria »

Grande Carolina :D

il problema e' che l'americana usava un giavellotto bilanciato in maniera diversa che permetteva misure piu' lunghe, poi per sicurezza l'atrezzo e' stato modificato ma il punteggio no.

Quelo
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Messaggio da Quelo »

Ciò che dici è vero ma nel caso particolare è inifluente perché la Joyner-Kersee, proprio in occasione del suo primato modiale lanciò il giavellotto a soli 45,66 metri ottenendo per quella specialità 776 punti, mentre la Klüft, pur con un attrezzo meno prestante, ha lanciato ben 47,98 metri che corrispondono a 821 punti. Che fanno la differenza sono le prestazioni "quasi da primato" nelle gare di corsa o nel salto in lungo.
[Sergio] / $17$

Pasquale
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Messaggio da Pasquale »

Ho la vaga impressione che il fenomeno doping sia da addebitare alle varie persone che ruotano intorno ad un atleta e che lo sfruttano per i propri interessi, forzandolo a ricorrere ad aiutini di vario genere: alla fine paga solo il malcapitato credulone.
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