covid 19

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delfo52
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covid 19

Messaggio da delfo52 »

mi è stato chiesto un articoletto per una rivista di divulgazione medica. Purtroppo, i tempi di pubblicazione sono lenti, e la rivista uscirà solo tra qualche settimana. Per cui rischio, se avrò detto cose giuste, di sembrare banale; se avrò sbagliato qualche previsione, di fare la parte del cogl…
Ve lo posto sperando possa interssare
Avvertenza: queste note sono state scritte a fine febbraio; da allora la situazione è verosimilmente mutata. Alcune affermazioni potrebbero risultare superate, o addirittura smentite dalla evoluzione dei fatti.

Coronavirus, o più precisamente Covid-19, è un agente patogeno “nuovo”. A esser precisi, il virus in sé non è affatto una novità, essendo noto da anni; la novità, che ha sconvolto la Cina e poi gran parte del globo, è che questo virus, fino a fine 2019, infettava solamente animali selvatici. Poi, in seguito ad una mutazione, è divenuto capace di vivere anche all’interno della specie umana, provocando uno stato patologico.
Uno stato patologico spesso di scarsa rilevanza, come tanti altri virus influenzali e para-influenzali, ma contro il quale nessuno di noi poteva essere nemmeno parzialmente protetto, come avviene per tante altre patologie infettive.
Ecco perché, in un certo numero di casi, specialmente in soggetti fragili e debilitati, le complicazioni (polmonite massiva, insufficienza respiratoria,…) hanno reso necessari trattamenti intensivi, e in qualche caso hanno portato a morte le persone colpite.
Purtroppo, la diffusione di notizie sull’argomento, non è stata un modello di correttezza giornalistica e di rigore scientifico. Si oscilla tra toni apocalittici (esageratamente allarmistici) e frivole posizioni che minimizzano la gravità e pericolosità del Covid-19.
Non è nemmeno corretto attenersi ad una asettica “via di mezzo”: quando si parla di argomenti tecnici, è indispensabile almeno condividere alcune nozioni di base, senza le quali ogni discorso è privo di senso oltre che di autorevolezza.
Lo studio della diffusione delle malattie virali a contagio inter-umano fa parte della epidemiologia; per cui bisogna familiarizzarsi almeno con qualche termine tecnico.
Contagiosità è la propensione di un virus di passare da un organismo infettato ad un altro, infettandolo a sua volta. Il passaggio in molti casi, e anche nel caso del Covid-19, avviene quasi sempre attraverso le goccioline di saliva emesse col fiato, gli starnuti, e i colpi di tosse. E’ ovvio che se, in media, ogni paziente contagia un numero di persone superiore a 1, la malattia tende ad aumentare la diffusione; se il numero si riduce, anche la diffusione si riduce e tende ad esaurirsi.
Mortalità è il conto di quante persone in una popolazione muoiono per una determinata causa: ad esempio in Italia si può dire che per gli incidenti stradali, la motralità è di 3000 persone all’anno.
Letalità è un’altra cosa: è il numero di persone che muoiono, rapportate a 100 persone colpite da una determinata malattia. Possiamo dire, sempre come esempio, che l’infarto miocardico, uccide 8 persone ogni cento colpiti, o il tumore al polmone 35.
E’ ovvio che, per dare stime corrette di questi indicatori, occorre avere a disposizione dati e rilevamenti accurati e precisi. E’ sempre possibile? Ahimè no: per restare agli esempi fatti, per calcolare la letalità del tumore al polmone, occorre sapere quante sono le persone colpite (e questo è un dato abbastanza facile da reperire), e quante sono quelle decedute in un certo lasso di tempo (e questo dato sarà sempre un poco impreciso, anche solo per il fatto che magari qualche malato di tumore muore, ma per un’altra causa).
Nel caso della epidemia di Coronavirus, la situazione è stata, in un certo senso, ribaltata. Ovvero, il numero dei morti, e dei casi gravi ricoverati in rianimazione, è il dato facile da ricavare dai registri e dalle cartelle cliniche. Anzi, è ragionevole pensare che il dato sia sovrastimato, perché qualche deceduto è stato registrato come caso Covid-19, ma in realtà a determinare il decesso è stato lo stato patologico pre-esistente. Per contro, in una epidemia di questo tipo, è estremamente difficile conoscere il numero delle persone contagiate, su cui calcolare la incidenza delle complicazioni e dei morti. Se, come viene da pensare osservando il comportamento di virus analoghi, molte infezioni hanno un decorso muto o con pochi sintomi di scarso rilievo, è ben arduo farsi anche solo una idea della dimensione del contagio. I casi risultati positivi al cosiddetto tampone o a altri test di laboratorio, esistono solo se questi test vengono eseguiti; e purtroppo non tutti gli Stati hanno adottato la stessa strategia di intervento. C’è chi, come l’Italia e la Corea del Sud, ha eseguito da subito un notevole numero di accertamenti, risultando sede di importanti focolai; altre nazioni hanno scelto percorsi differenti; e non possiamo escludere che in molti casi pazienti affetti dal Covid-19 siano stati archiviati sotto generiche diagnosi di “virosi”, o “polmonite”.
Allo stato attuale delle conoscenze, si può affermare che l’infezione da Covid-19 è più contagiosa di una normale influenza, ma che in una grande maggioranza di casi decorre in modo asintomatico o lieve. Una percentuale che possiamo stimare tra il 10 e il 20% , presenterà complicazioni respiratorie anche gravi; fino alla necessità di assistenza ventilatoria in terapia intensiva. Ciò avviene prevalentemente in persone anziane, già compromesse da patologie croniche debilitanti, o in soggetti giovani esposti ad alta carica virale (ciò spiega la gravità di molti casi in medici e infermieri coinvolti).
A fronte di tante incertezze, una cosa possiamo dire con certezza: il mondo globalizzato non ha saputo reagire in modo razionale e coordinato, lasciando ai singoli stati autonomia in tema di limitazioni, quarantene, blocco ai viaggi e ai trasporti. Con conseguenze, ovviamente, globali. Ci siamo accorti (ma non ci voleva un genio a prevederlo) che una economia interconnessa come quella cui siamo abituati, è fragile; e le conseguenze vanno ben oltre lo stato di salute di qualche centinaio o migliaio di persone. La produzione industriale, il turismo, il mondo della moda e degli oggetti di lusso, sono stati tramortiti da un microscopico virus, nemmeno tanto pericoloso.

27 febbraio 2020 Enrico Delfini
Enrico

Pasquale
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Re: covid 19

Messaggio da Pasquale »

Previsioni, a mio modo di vedere, per quanto visto e sentito, non sono semplici da fare, considerato che le notizie in merito non sono sufficienti.
C'è chi diffonde notizie ottimistiche, ma le stesse, viste dal lato dei vecchietti, avrebbero diversa valutazione.
C'è chi ha guardato al problema della salute, come bene primario e dunque ha diffuso la notizia senza remore, chi invece se n'è guardato bene per valutazioni o convenienze diverse.
Raccogliendo le varie notizie, più o meno allarmistiche o più o meno ottimistiche, una cosa l'ho capita: col trascorrere del tempo, sono aumentati i Paesi colpiti dal virus nel giro di una sola settimana.
Se poi in ognuno di questi Paesi, le notizie diffuse sono più o meno esatte, in base alla conoscenza del fenomeno e/o dei numeri in gioco, non è dato sapere.
Quale sia l'organizzazione sanitaria in ognuna, dipende da vari fattori e certamente influisce sulla velocità e dimensione dell'infezione, o sul suo controllo.
Una cosa è certa: quando si parla ad altra persona, c'è chi sputa di più e chi sputa di meno e penso che su questo aspetto del problema influisca anche la lingua parlata: le lingue in cui abbondano le consonanti rispetto alle vocali, penso siano più pericolose. Le consonanti labiali fanno sputare di più ed in particolare la combinazione SP (magari il termine "sputo" ne prende origine)....non parliamo poi della zeta, con la quale c'è qualcuno che sputa anche dalle parti laterali della bocca.
Vien detto di mettere la mascherina (per evitare di infettare gli altri), ma queste non si trovano più.
Sta di fatto che i Paesi colpiti sono aumentati e se proprio bisogna fare una previsione, non la vedrei tanto ottimistica, vuoi per i numeri incerti, vuoi per le diverse organizazzioni nei diversi Paesi, vuoi per le priorità che si perseguono.
La gente si sposta e non si sa se chi si incontra sia o meno infetto, mentre ognuno dovrebbe pensare di essere lui stesso un possibile infetto che non deve infettare gli altri.
Non la vedo facile e sarei felice di essere smentito, però nella vita, per una buona difesa in genere da ogni possibile avversità, il pessimismo può aiutare a stare lontano dai guai.
La soluzione matematica per una previsione, nella scarsità dei dati disponibili, penso che non ci sia, ma una certezza ci viene fornita dal vecchio adagio, in questo caso molto attuale: "Chi vivrà, vedrà".
_________________

$\text { }$ciao Immagine ciao
E' la somma che fa il totale (Totò)

Bruno
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Re: covid 19

Messaggio da Bruno »

Grazie, Enrico, per la tua condivisione :D

Ho letto con piacere anche le considerazioni di Pasquale ;)
(Bruno)

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l'ha apena sfioragia
sospension d'un momento;
e la bola iridessente gera 'ndagia.
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{Rudi Mathematici}

franco
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Re: covid 19

Messaggio da franco »

Se non ci avete fatto caso, ho postato sul forum "materiale vario", il link a un articolo di Paolo Giordano intitolato "matematica del contagio" nel quale sono ripresi alcuni di questi concetti da un punto di vista prettamente matematico/statistico.
Mi è sembrato interessante e ben scritto.

ciao
Franco

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Gianfranco
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Re: covid 19

Messaggio da Gianfranco »

delfo52 ha scritto:
sab feb 29, 2020 8:18 pm
Ve lo posto sperando possa interssare
Grazie Enrico per la condivisione. Io suppongo di essere tra le categorie a rischio, e la lettura del tuo articolo mi ha chiarito le idee e anche rasserenato. Dovremo tutti stare con le anteen dritte per molto tempo ma nello stesso tempo con serenità (se possibile).
franco ha scritto:
lun mar 02, 2020 10:33 am
Se non ci avete fatto caso, ho postato sul forum "materiale vario", il link a un articolo di Paolo Giordano intitolato "matematica del contagio"
Grazie Franco per il richiamo.
Pace e bene a tutti.
Gianfranco

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