non sembra esistano limiti alla ignoranza matematica.
Chi ascolta la radio, avrà sentito in questi giorni uno spot pubblicitario (non saprei dire di quale prodotto) che recita più o meno così:
In Italia una persona su due ha problemi di colesterolo ! (o forse è la forfora...)
è vero ! io sono uno di quei due !
il bello è che alla prima "ascoltata" il testo scorre via regolare; tutto pare normale.
Ma il difficile è venuto quando ho cercato di spiegare la castroneria ad una persona assolutamente digiuna di matematica. Sono riuscito nel mio intento, con un procedimento che mi è parso abbastanza carino: Immagina di riscrivere il testo, ma scegliendo di fare riferimento a 100 italiani, invece che a due. il nuovo testo dirà: 50 italiani su 100... A cui ben pochi sarebbero tentati di replicare "io sono uno di quei cento ....
sta di fatto che il mio amico non ha trovato la cosa nè interessante nè divertente.
come abbiamo già dimostrato
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come abbiamo già dimostrato
Enrico
Beh in effetti tu dici "sono uno di quei due" che in realtà tradotto sarebbe, faccio parte di quel 50%. Ma in effetti dicendo "sono uno di quei due" in realtà identifichi direttamente te come una delle 2 persone di cui si parla. Dire "io sono uno di quei 100" sarebbe sbagliato anche matematicamente, perchè non sono certo 100 quelli che hanno il colesterolo alto, al limite 50. Quindi in effetti verrebbe da dire "io sono uno di quei 50".
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Ah! ah! ah!
Ovviamente io sono uno di quei due. Ma quale?
Enrico, se ho il colesterolo a 218, quale sono dei due?
Permettetemi un'altra battuta scema di mezzanotte. Sempre dalla pubblicità, si sa che "1 donna su 4 ha delle piccole perdite senza saperlo".
Ma se non lo sa, perché dovrebbe comprarsi l'assorbente pubblicizzato?
Comunque io non sono una di quelle quattro! Giuro!
Buona notte.
Gianfranco
Ovviamente io sono uno di quei due. Ma quale?
Enrico, se ho il colesterolo a 218, quale sono dei due?
Permettetemi un'altra battuta scema di mezzanotte. Sempre dalla pubblicità, si sa che "1 donna su 4 ha delle piccole perdite senza saperlo".
Ma se non lo sa, perché dovrebbe comprarsi l'assorbente pubblicizzato?
Comunque io non sono una di quelle quattro! Giuro!
Buona notte.
Gianfranco
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ODDIO! Dite che devo andare a controllare?Gianfranco ha scritto:Permettetemi un'altra battuta scema di mezzanotte. Sempre dalla pubblicità, si sa che "1 donna su 4 ha delle piccole perdite senza saperlo".
(Così, già che sono in bagno, approfitto per lavarmi i denti col dentifricio che toglie il 30% di placca in più... ma di chi? o di cosa?)
mathmum
...la vita è complessa: ha componenti reali ed immaginarie...
...la vita è complessa: ha componenti reali ed immaginarie...
per restare nelle "anomalie matematiche", ho già parlato una volta di una pubblicità di un prodotto da forno (credo del Mulino Bianco) in cui si enfatizza il concetto che la pasta sfoglia di cui è fatto un certo cornetto è costituita da ben 240 strati.
Come sa bene qualsiasi massaia la pasta sfoglia si ottiene piegando-schiacciando- ripiegando-rischiacciando ....
il metodo migliore, lavorando a mano come facevano mia nonna e mia mamma, è quello di ottenere un rettangolo di pasta di dimensioni circa 2n x 3n e ripiegarlo in tre ribaltando verso il centro le parti laterali; la nuova forma così ottenuta viena poi schiacciata col mattarello per ottenere di nuovo la forma di prima...
Se, lavorando a mano, questa strategia è comoda e funzionale, nulla vieta ad una massaia estrosa di piegare la pasta in 2 o in 4.
Ora io chiedo: nella catena di produzione di una grande industria, vi sembra praticabile, tecnicamente ed economicamente predisporre macchinari multipli e differenziati o a "plicatura variabile", al fine di ottenere 240 strati invece dei 243 che otteneva mia nonna piegando sempre e soltanto per tre ?
Quello che mi sta sui ***** è che l'azienda in questione non si è degnata di rispondere alle mie osservazioni. Peggio per lei. Non compro più i suoi prodotti (che peraltro non acquistavo neanche prima...)
Come sa bene qualsiasi massaia la pasta sfoglia si ottiene piegando-schiacciando- ripiegando-rischiacciando ....
il metodo migliore, lavorando a mano come facevano mia nonna e mia mamma, è quello di ottenere un rettangolo di pasta di dimensioni circa 2n x 3n e ripiegarlo in tre ribaltando verso il centro le parti laterali; la nuova forma così ottenuta viena poi schiacciata col mattarello per ottenere di nuovo la forma di prima...
Se, lavorando a mano, questa strategia è comoda e funzionale, nulla vieta ad una massaia estrosa di piegare la pasta in 2 o in 4.
Ora io chiedo: nella catena di produzione di una grande industria, vi sembra praticabile, tecnicamente ed economicamente predisporre macchinari multipli e differenziati o a "plicatura variabile", al fine di ottenere 240 strati invece dei 243 che otteneva mia nonna piegando sempre e soltanto per tre ?
Quello che mi sta sui ***** è che l'azienda in questione non si è degnata di rispondere alle mie osservazioni. Peggio per lei. Non compro più i suoi prodotti (che peraltro non acquistavo neanche prima...)
Enrico