Una questione ardua di geometria relativistica

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Bruno
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Una questione ardua di geometria relativistica

Messaggio da Bruno »

In un altro topic ("Un oblò a losanghe") ho letto un gradevole resoconto onirico
di Enrico (Delfo52).
Non so perché, ma mi ha riportato il ricordo di un fatto che mi è capitato realmente
qualche tempo fa e che ho annotato in bit per non perderlo.

...

Un signore distinto - completo blu, sciarpa chiara, capelli in ordine - sta cercando
qualcuno al telefonino davanti alla pensilina degli autobus. Mentre lo seguo mi
accorgo (ops) che calza delle ciabatte da casa. Se fossi appena sotto l'orlo dei suoi
pantaloni, mi sentirei come fra via Rizzoli (*) e il Po.
A un tratto preme il cellulare contro l'orecchio e comincia a parlare. Spiega di
aver aspettato un autobus diretto in centro e di averne preso un altro che andava
in via Larga (periferia). Dopo un bel po' si è accorto d'essere nella direzione
opposta ed è sceso. "Ho preso il 55 e son finito lontano, lontano. Adesso mi trovo
qui, vicino al Pianeta, e aspetto il 14." Intanto gira avanti e indietro con le sue
ciabatte e parla ad alta voce, per far capire meglio la situazione.

Quel signore ha l'aspetto di chi, all'improvviso, è scivolato in una di quelle aperture
del mondo, della vita, che possono spuntare davanti a chiunque, in qualsiasi
momento e dappertutto.

Tu vai da A a B, un percorso distinto e semplice (almeno in apparenza), eppure
succede qualcosa ('.') per cui non arrivi in B e ti ritrovi in X. Dove sia X, non è
sempre facile capirlo, ma ben più difficile è capire perché tu sia arrivato proprio lì.
Spesso nessuno, intorno a te, avverte cosa ti è capitato. Il tuo corpo si muove in
una certa direzione (e tutti vedono questo), in realtà tu stai andando speditamente
altrove.
Ritrovarsi in X potrebbe permettere di scoprire cose interessanti. Tuttavia molti,
quando si accorgono di non essere dove volevano, si affrettano a tornare sui
propri passi. Magari si spaventano, oppure imprecano. Alcuni pensano di non aver
più la testa a posto e si stringono in un intimo turbamento. Altri credono che (per
esempio) il conducente abbia sbagliato a selezionare i riferimenti nel display frontale
dell'automezzo, e liquidano più in fretta l'accaduto.

Probabilmente, tra A, B e X non esiste una sostanziale differenza, anche se i
canali della realtà che quotidianamente frequentiamo sono talmente rigidi che
(purtroppo) con qualche differenza dobbiamo invece confrontarci.

Ma chi va per il mondo in ciabatte non sa che, più di qualsiasi altra persona,
sfiora le aperture della vita!


:D $\;$ Bruno


(*) E' una via di Bologna che arriva ai piedi delle Due Torri.

0-§
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Messaggio da 0-§ »

Se fossi appena sotto l'orlo dei suoi
pantaloni, mi sentirei come fra via Rizzoli (*) e il Po.
Hm?Cosa significa?
Interessante scenetta,comunque...a me é capitato più volte di interpretare il signore in ciabatte,nella vita reale o nel sogno...é successo...dunque...mah!non mi ricordo...
:D
Valete!
Zerinfy
Lo scopo principale di una dichiarazione DATA è quello di dare dei nomi alle costanti; anziché inserire ogni volta 3.141592653589793 come valore di $\pi$, con una dichiarazione DATA si può assegnare tale valore alla variabile PI che può essere poi usata per indicare la costante. Ciò rende anche più semplice modificare il programma, qualora il valore di $\pi$ dovesse cambiare.

-Da un vecchio manuale FORTRAN della Xerox

Bruno
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Messaggio da Bruno »

0-§ ha scritto:Hm?Cosa significa?
...mah, non è facile immaginare cosa si può sentire sul dorso del piede di
un signore come quello... e per un attimo ho pensato a una via di mezzo tra
realtà e sogno, in cui sfumino l'una nell'altra anche le cose non contigue ;)

Pasquale
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Messaggio da Pasquale »

Mi sa che sono arrivato al punto X, che si trova in realtà in una dimensione temporale diversa, all'interno di un romanzo dell'Urania (non so se esiste ancora: era una collana di romanzi fantascientifici).
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$\text { }$ciao Immagine ciao
E' la somma che fa il totale (Totò)

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